All'articolo pubblicato seguono note critiche, esplicative ed integrative di Claudio Martinotti Doria
Il fascino dei templari nel nuovo libro dell'ovadese Simonetta Cerrini
Il volume è stato pubblicato da
Mondadori. “Il libro – spiega l’autrice – è il frutto di cinque anni di
ricerche. Tutto il mio lavoro parte dal presupposto di mettere questa
storia sotto una luce diversa".
OVADA - Il fascino e il mistero dell’ordine dei templari da sempre è oggetto di studio e analisi scientifica. Sorto nel 1120 a
custodia della Gerusalemme conquistata dai crociati, l’ordine dei
cavalieri del Tempio rivoluzionò il modo di vivere la spiritualità
cristiana. Incapaci però di adattarsi agli importanti cambiamenti
sociali e politici della fine del Medioevo, i templari andarono
incontro, all’inizio del Trecento, a una inattesa quanto drammatica
fine.
Per spiegare cosa spinse il re Filippo il Bello ad
annientare fisicamente e spiritualmente l’intera comunità templare di
Francia è uscito qualche giorno fa nelle librerie “La passione dei
templari”, scritto per Mondadori dall’Ovadese Simonetta Cerrini
che si occupa di storia della cultura e della spiritualità dei laici
nel Medioevo.
“Il libro – spiega l’autrice – è il frutto di cinque anni di ricerche.
Tutto il mio lavoro parte dal presupposto di mettere questa storia sotto
una luce diversa. I templari erano un ordine religioso. Non erano, come
a lungo si è pensato, rozzi e incolti, anzi diedero un contributo
importante come traduttori di opere spirituali dal latino alle lingue
volgari”. La ricerca storica segue il testo della bolla papale di
soppressione dell’ordine, la Vox in excelso del 1312. “L’ordine –
prosegue Cerrini
– fu oggetto di un processo enorme, il più grande del Medioevo. In
realtà fu soppresso per via amministrativa dal Papa Clemente V perché
oramai era ritenuto sconveniente e fastidioso”. L’autrice è considerata
una delle maggiori autorità internazionali sui templari, abbina
all’attività di conferenziera quella di consigliera scientifica per
eventi storico-artistici e testi teatrali. Tra il 2008 e il 2012 sono
già stati pubblicati altri due saggi analoghi “La rivoluzione dei
templari” e “L’apocalisse dei templari”, sempre per Mondadori, che hanno
riscosso un notevole interesse e successo di vendite.
27/11/2016
Redazione -
ovadese@alice.it
Qualche cenno alle modalità di
iniziale presentazione del nuovo libro sui Templari della medievista Cerrini
Di Claudio Martinotti Doria
La superficialità dell’articolo la
cui lettura vi ho proposto, che contiene la breve recensione dell’ultimo libro
di Simonetta Cerrini sui Templari “ LA PASSIONE DEI TEMPLARI” con sottotitolo “LA
VIA CRUCIS DELL’ORDINE CAVALLERESCO PIU’ POTENTE DEL MEDIOEVO”, e che ho scelto
in quanto il primo pervenutomi, non deve sorprendere, è ordinaria
amministrazione, non si può pretendere che un giornalista locale conosca la
Storia o ne sia interessato, ed in particolare quella dei Templari. Quello che
però vorrei capire è se veramente il giornalista ha interloquito con la
Cerrini, essendoci del virgolettato ed avendo affermato che l’autrice è ovadese
ed essendo il giornale locale, si potrebbe desumere che lo abbia fatto
veramente, ma in tal caso sarebbe imperdonabile il fatto che non gli abbia
praticamente rivolto nessuna domanda pertinente al libro, delle decine che qualsiasi
studioso, appassionato o anche semplice lettore avrebbe saputo rivolgere. E si
è limitato ad un articoletto banale, che sembra più il frutto dell’assolvimento
frettoloso di un incarico, se non un onere, quando per molti sarebbe stato un “onore”.
Temo sia altamente probabile che il virgolettato non sia frutto di un’avvenuta conversazione
ma di “copia ed incolla”, così come altre parti dell’articolo, come si usa fare
nei media locali e non solo. E questo spiegherebbe anche gli argomenti che
affronto di seguito.
Se quindi le cose stanno come temo ed
ho sopra descritto, gli si può perdonare aver collocato con sicumera nel 1120
la data di nascita dei templari (“sono sorti”, egli scrive). Sia l’affermazione
e sia la data sono infondate, non si sa a cosa si possa riferire come
documentazione o eventi legittimanti una simile asserzione (a quel tempo non si
andava dal notaio per effettuare un rogito per creare un’associazione), se non
come “copia ed incolla” da qualche altro sito o recensione, a sua volta
superficiale. Diciamo che i Templari “sono sorti” in quegli anni, ma sarebbe
meglio specificarlo, non prendere un anno e proporlo con ostentata sicurezza,
anche perché la maggioranza degli autori ne collocano la “nascita tra il 1118
ed il 1119, mentre quella ufficiale è collocabile una decina di anni dopo.
Simonetta Cerrini in una foto recente
Si può anche perdonare (un po’ meno,
per la verità) aver collocato alla “fine
del Medioevo” il riferimento all’incapacità dei Templari di adattarsi ai
mutamenti storici, quando in realtà come periodo era la fine del PIENO Medioevo,
Secondo l’ormai consolidata divisione storiografica adottata a livello
accademico internazionale, il medioevo si divide in tre parti, dal 476 all’anno
1000 è Alto Medioevo, dal 1000 al
1300 è il Pieno Medioevo, e dal 1300
al 1492 è il Basso o Tardo Medioevo,
una parte della storiografia anziché la (ri)scoperta dell’America preferisce
assumere come data finale la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi
Ottomani nel 1453.
Risulta più difficile capire come sia
stato possibile invece riportare nel virgolettato, frasi attribuite alla
Cerrini, che difficilmente potrebbe aver pronunciato essendo troppo
superficiali ed approssimative, è più probabile che siano state ridotte e
manipolate per motivi di sintesi, in modo inappropriato e distorcente. Ad
iniziare dal definire i templari un ordine religioso, senza aggiungervi “cavalleresco”,
e dediti alla traduzione di testi dal latino alle lingue volgari dell’epoca
(troppo riduttivo indicare solo queste attività tra quelle intellettuali che
svolgevano). Per chi si dovesse accostare a tali argomenti tramite questo
articolo verrebbe fuorviato e si farebbe una ben misera opinione.
Inoltre viene ripetuto due volte,
come a voler rimarcare con fierezza localistica il concetto ( o meglio l’informazione)
che la Cerrini è “ovadese”, senza specificare perché, il come, non certo per
nascita perché è ligure (nata a Chiavari 50 anni fa), quindi dobbiamo desumere
che abita a Ovada? In tal caso sarebbe semmai ovadese d’adozione. Oppure come
spesso accade ed i giornalisti ci ricamano sopra, ha solo dei parenti a Ovada,
oppure ha ereditato una casa dove torna ogni tanto? Le possibilità sono
parecchie e sarebbe stato preferibile si fosse puntualizzato nell’articolo
stesso, anziché fare affermazioni perentorie tipicamente campanilistiche di
appartenenza ai luoghi, quando sarebbe legittimo dubitarne, soprattutto per la
Cerrini, che con la sua attività è sempre in giro per l’Italia (e non solo) per
conferenze, consulenze, e ricerche.
Ma perdoniamo anche questo
anacronistico ed irritante campanilismo, come se la località avesse qualche
merito se “ospita” occasionalmente qualche personaggio di successo (in questo
caso quantomeno nel ramo intellettuale, ma si vantano anche quando sono
personaggi di successo in campi patetici come quello televisivo demenziale).
Quello che invece suscita perplessità
è la copertina del nuovo libro della Cerrini, che riporta un dipinto in cui
sono raffigurati quattro personaggi legati a dei pali circondati da fascine, a
simboleggiare il rogo cui saranno destinati, peccato però che non indossino
indumenti templari ma Ospitalieri (che in seguito assumeranno il nome di
Cavalieri di Rodi e di Malta). Sull’iconografia della copertina si che si
sarebbero dovuto porre delle domande, invece è passata sotto silenzio.
Purtroppo è il sistema informativo
che ci circonda che produce pressoché una totale superficialità di approccio e
non informa per nulla quando non disinforma. E non avendo l’opportunità di
disporre di approcci diretti con gli autori, non rimane che attendere gli
sviluppi, per saperne di più e chiarire i legittimi dubbi e perplessità.
Spero in particolare che l’Associazione
Italia Medievale, che sta svolgendo un ottimo lavoro di divulgazione, organizzi
presto una presentazione seria di questo libro, con la stessa autrice, in modo
da chiarire tutti questi punti oscuri, sia sul libro che sull’”ovadesità” dell’autrice.