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mercoledì 2 marzo 2011

Templari a Torriglia, lo storico Mauro Casale indaga sulla loro presenza nell'ex Marchesato e Feudo Imperiale, collocato tra Genova ed il Monferrato


Recensione di Claudio Martinotti Doria

Aggiornata al 2 marzo 2011


Lo storico locale Mauro Casale, specializzato soprattutto nell'Oltregiogo Ligure, nei Feudi Imperiali e nel Marchesato di Torriglia (per una trentina d'anni a fine 700 divenuto anche Principato), Carrega e Cabella Ligure, ha pubblicato alcuni mesi fa il libro «Templari a Torriglia - L'anello mancante» da SAGEP Editori di Genova.

Il libro verrà presentato a Genova, nel Porto Antico nella Palazzina Santa Maria, venerdì 11 marzo 2011 alle ore 16.00, come da locandina allegata.

Trovandosi Torriglia in posizione strategica, sul «Chamino de Lombardia» (conosciuto anche con altre denominazioni), antica strada medioevale che collegava il territorio ligure genovese con la pianura Padana attraverso l'Appennino, probabilmente era presidiato da qualche insediamento Templare. Ma passare dalla probabilità alla certezza il passo è lungo ed occorrono riscontri oggettivi, altrimenti si fa spettacolo e non storia (ed in tal caso ci sono ottime opportunità di divenire consulenti per trasmissioni televisive alla moda), ed è il motivo per cui lo storico Mauro Casale, abituato a documentarsi e compiere accertamenti, ha condotto scavi archeologici in Torriglia (con la collaborazione di un folto gruppo di volontari) ed ha elaborato comparazioni e deduzioni significative e convincenti.

Il suo libro è un raro esempio di come oltre all'accuratezza dei testi si possano collegare le immagini e le didascalie, per avvicinare il lettore a quanto si descrive, fornendo prova visiva, come si trattasse di un catalogo di una mostra, rendendo in tal modo particolarmente partecipe il lettore alla scoperta dei luoghi, dei cimeli, dei reperti archeologici, dei documenti, ecc.. Mai avevo finora consultato sul libro di storia locale così ricco di immagini inerenti il contenuto dei capitoli.

Il libro così concepito rende intellettualmente ed emotivamente partecipe il lettore all'esperienza dell'autore con un'intensità trasmessa da ogni singolo paragrafo, che difficilmente può essere eguagliata solo dai testi scritti, come è prassi nel libri convenzionali di storia.

Nel suo libro si fanno interessanti scoperte e si ottengono preziose informazioni, ad esempio a Genova l'unica chiesa certamente Templare è Santa Fede a Porta dei Vacca, fondata dai monaci lerinesi provenienti dall'abbazia cistercense situata sull'isola di Sant'Onorato nell'arcipelago di Lerino, di fronte a Cannes (gli appassionati della Storia del Principato di Seborga, ne conoscono certamente le correlazioni, che non sto a citare), ed il patrono di Torriglia è proprio Saint Honorat di Lerin. Si scopre che a Torriglia ed aree contigue, da sempre a memoria d'uomo, vi sono due santi particolarmente venerati: San Bernardo da Chiaravalle e Santa Maria Maddalena.

Il primo, ritenuto fondatore dell'Ordine dei Cavalieri Templari e suo massimo protettore, la seconda invece da molti ritenuta l'Apostola degli Apostoli, secondo una leggenda molto diffusa, in seguito alla morte di Gesù sarebbe fuggita in Provenza con Giuseppe di Arimatea e altri seguaci del Cristo, ove rimarrà fino alla morte. Un mito popolare la colloca per un certo tempo anche in Liguria, dove le sono dedicate alcune chiese, tra le quali quella di Magioncalda, frazione di Carrega Ligure in Alta Val Borbera, ed anche diversi toponimi si ispirano a lei. E' un dato storico accertato che tra i culti più cari ai Templari vi fossero proprio San Bernardo da Chiaravalle e Sainte Marie Madeleine, gli stessi culti popolari riscontrati nell'area dell'Oltregiogo citata dallo storico Casale nel suo libro.

Per coloro che affascinati dalla storia dei Templari, rincorrono troppo facilmente interpretazioni toponomastiche a favore di una loro capillare diffusione e presenza sul territorio italiano (fenomeno che confesso sta esasperando tutti gli studiosi seri ed accreditati), un'ampia porzione del libro di Casale è dedicata proprio a ridurre questo rischio e a ricondurlo sul solco di una scrupolosa verifica.

Ad esempio la frazione Magioncalda di Carrega Ligure (che dista una trentina di km da Torriglia) etimologicamente sembrerebbe significare "magione e calore", che farebbe pensare ad una domus templare collocata in un luogo temperato, ben esposto, solivo (oggi potremmo definirlo "con un microclima favorevole"), oppure ad una accoglienza umana calorosa, riservata solitamente ai viandanti.

In realtà il libro di Casale spiega che "Mansiocalida" nel medioevo identificava un luogo ed una famiglia, si riferisce a una delle principali famiglie storiche di Torriglia, i Magioncalda. In Liguria (come anche altrove) il termine magione indicava un luogo deputato all'ospitalità dei viandanti, collocato lungo strade di notevole percorrenza, spesso presidiate dai Templari (ma non significa automaticamente che fossero presenti). Pertanto l'autore ha ritenuto doveroso approfondire gli studi su questa famiglia per cercare tracce ed indizi che potessero accostarla all'Ordine Cavalleresco, e dopo una prolungata ed attenta analisi comparativa, per il numero impressionante di coincidenze, simbolismi e analogie riscontrate, è divenuta legittima una propensione a ritenere che potessero appartenere all'Ordine del Tempio (nel libro i passaggi sono ben spiegati ed elaborati).

Del resto nell'area di indizi ve ne sono parecchi. Personalmente sono stato più volte contattato da abitanti e storici locali per segnalarmi la presenza di una croce patente (attribuita ai Templari) nella vicina chiesetta della frazione Renèuzzi (talvolta chiamato Renèuzi o Renèusi o Renéixi, vedi: http://comunecarregaligure.eu/reneuzzi.asp), una frazione abbandonata da decenni del comune di Carrega Ligure, sulla quale negli ultimi anni, non a caso, sono stati pubblicati ben due libri. L'affascinante e semplice chiesetta a forma di capanna dedicata guarda caso a San Bernardo di Chiaravalle, ha fama di essere assai antica, versa in stato di grave degrado, e purtroppo non ho ancora avuto occasione di recarmi ad esaminarla.

Vi ho rivelato ben poco del contenuto del libro, come è giusto che sia, perché i libri andrebbero letti e "personalizzati", nel senso che ognuno trae conoscenze proprie che arricchiscono in modo individuale ed esclusivo il proprio bagaglio culturale, distinto da quello di chiunque altro, rendendo ogni ricercatore e studioso "unico ed inimitabile", anche per la differenziazione delle fonti documentarie e bibliografiche cui ognuno attinge

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