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mercoledì 3 aprile 2019

Nella serie tv della RAI “Il nome della rosa” il personaggio di Ubertino da Casale è stato omesso, casualità o scelta deliberata?

Nella serie tv della RAI “Il nome della rosa” il personaggio di Ubertino da Casale è stato omesso, casualità o scelta deliberata?

Di Claudio Martinotti Doria  http://www.cavalieredimonferrato.it/
Ho abbastanza apprezzato la serie tv in otto puntate IL NOME DELLA ROSA che ho appena finito di vedere in streaming, ma da monferrino casalese sono rimasto perplesso, per non dire deluso, dallomissione di uno dei personaggi principali del romanzo di Umberto Eco e del film di Jacques Annaud del 1986 con Sean Connery tratto dallomonimo romanzo.
I motivi li esprimerò tra breve.
Dal punto di vista storico non ho rilevato nulla di particolare da eccepire, accettando il presupposto che la narrazione non deve essere fedelmente storica ma necessariamente romanzata, anche per ovvie esigenze spettacolari e di puro intrattenimento. La serie è ben realizzata e interpretata, si sono documentati accuratamente, consultando approfonditamente la documentazione storica disponibile per lepoca in cui la narrazione è collocata (salvo qualche eccessiva accentuazione e distorsione, di cui accennerò in seguito), come del resto aveva già fatto Umberto Eco, solo che lautore aveva valorizzato degnamente per la sua importanza storica e i suoi meriti uno dei personaggi principali del suo romanzo, che faceva parte (nel romanzo) della delegazione francescana partecipante alla disputa sulla povertà di Cristo (che tra laltro, grazie a diversi studi recenti, è stato appurato essere falsa, Gesù era molto presumibilmente di famiglia benestante e aveva diversi sostenitori economici della sua attività di proselitismo, tra cui molte donne).
Mi riferisco a Ubertino da Casale (allora Casale SantEvasio poi divenuta Casale Monferrato), che è stato un eminente teologo spiritualista francescano, ritenuto allaltezza dei più grandi intellettuali e studiosi della sua epoca oltre che amico personale di alcuni di loro. Cito per esempio il filosofo Giovanni di Jandun esperto di Averroè e di Aristotele, Michele da Cesena (Padre Generale dellordine francescano dei Frati Minori), Guglielmo di Ockham (non a caso detto Doctor Invincibilis) e Marsilio da Padova uno dei più grandi filosofi e scrittori medievali. Le sue opere esercitarono notevole influenza sugli studiosi e teologi successivi, tra i quali San Bernardino da Siena, in particolare la sua visione escatologica e le proposte di radicale riforma della Chiesa nella più schietta interpretazione francescana.

 
L'attore statunitense William Edward Hickey interpretava Ubertino da Casale nel film del 1986 di Jacques Annaud
Ubertino da Casale per le sue idee ritenute pericolose ed ereticali dal papato, venne confinatoper qualche tempo al Santuario francescano della Verna, scelta che si rivelò controproducente per coloro che lo confinarono. Infatti, in quel periodo scrisse l’“Arbor vitae crucifixae Jesu che ebbe larga diffusione allinterno della Chiesa e dei vari Ordini religiosi e lo fece considerare il padre spirituale del riformismo francescano più rigoroso, ispirando anche diversi movimenti eretici. Lopera e la sua predicazione gli procurarono fortunatamente la protezione di alcuni cardinali potenti (Colonna e Orsini) senza i quali, molto probabilmente, Ubertino avrebbe fatto una brutta fine. Nonostante le sue protezioni interne alla Chiesa ed esterne (lImperatore del Sacro Romano Impero), negli anni successivi ricevette ben due scomuniche papali, dimostrando con la sua coerenza e perseveranza il coraggio delle proprie idee contro la lussuria, lavidità e la profonda corruzione morale e materiale del papato avignonese. Sottolineo “avignonese”, riferendomi chiaramente al periodo della cosiddetta “Cattività avignonese”, durato una settantina di anni, nei quali la Chiesa era dominata dai francesi ed era la conseguenza delle fortissime ingerenze sull’attività ecclesiastica del re francese Filippo il Bello, lo stesso che distrusse i Templari.
In sintesi Ubertino era un casalese di cui andare fieri, citato pure da Dante nella Divina Commedia, alla fine del canto XII del Paradiso, seppur in forma indiretta e forse lievemente critica
Nel film di Jacques Annaud del 1986 tratto dal romanzo di Eco, unico a essere stato realizzato e dal quale non è possibile prescindere, seppur sia criticabile, Sean Connery interpretava la parte di Guglielmo di Baskerville, che rammento essere un personaggio fittizio, inventato da Eco ispirandosi quasi sicuramento a sir Arthur Conan Doyle e al suo Sherlock Holmes, come si desume anche dal luogo di provenienza del protagonista, un chiaro riferimento al più noto romanzo di Doyle: Il mastino di Baskerville. Altra ispirazione molto più recente potrebbe essere stata la scrittrice inglese Ellis Peters con il suo protagonista, frate Cadfael, investigatore pure lui. Ebbene nel film Ubertino da Casale compare a lungo e ha un ruolo di notevole rilievo, che non può sfuggire neppure allo spettatore più distratto e indifferente, invece nella recentissima serie tv scompare del tutto, non è neppure citato, se anche nella massa delle comparse e degli attori vi fosse stato, rimane in ombra, insignificante, forse perché neppure presente nella sceneggiatura e certamente non nel filmato finale che è stato prodotto e trasmesso.
La parte narrativa che nel film del 1986 era stata attribuita a Ubertino da Casale, cioè levocazione apocalittica con i riferimenti simbolici delle sette trombe del giudizio finale, libro di Giovanni, Apocalisse 8:6 11:19, che sarà fuorviante ai fini dellindagine svolta da Guglielmo da Baskerville sui vari omicidi commessi nellabbazia, nella serie tv è attribuita al frate benedettino Alinardo di Grottaferrata (altro personaggio fittizio, poiché non se ne trova traccia storicamente), interpretato da Roberto Herlitzka, che nonostante il cognome è un bravissimo attore italiano ultraottuagenario.
Nel lunghissimo elenco del cast della miniserie tv della RAI (venduta in 135 paesi del mondo, per dirvi quante centinaia di milioni di persone la vedranno e quindi quale eco-Eco avrà a livello mediatico), Ubertino da Casale non risulta in nessuno dei vari siti specialistici cinefili che ho consultato, il ché significa che nessun attore lo ha interpretato, è semplicemente sparito come personaggio, nonostante fosse uno dei più importanti (non certo secondari) nel romanzo di Umberto Eco e anche nel film di Jacques Annaud realizzato alcuni anni dopo la sua pubblicazione. 
 

L'attore italiano Roberto Herlitzka ha interpretato Alinardo da Grottaferrata nella serie tv.
Questa omissione NON PUO ESSERE CASUALE, perché è stata unalterazione deliberata della narrazione letteraria, forse con lintento di correggere un piccolo errore storiografico commesso da Eco: nel romanzo e anche nel film del 1986, Ubertino da Casale era inserito come membro della delegazione francescana che doveva partecipare alla disputa sulla povertà di Cristo e della Chiesa, evento storicamente impossibile poiché nel 1327 Ubertino vestiva ormai da dieci anni i panni benedettini, essendosi rifugiato presso lOrdine Benedettino e poi postosi sotto lala protettrice dellImperatore del Sacro Romano Impero Ludovico il Bavaro, perché se fosse rimasto in quello francescano e si fosse semplicemente nascosto in qualche monastero, anche sotto mentite spoglie, lo avrebbero quasi certamente catturato (lInquisizione aveva spie e delatori ovunque) e in seguito alla scomunica come eretico, essendo parecchio inviso al Papa e alla Curia Avignonese, avrebbe fatto una brutta fine … Per “brutta fine” non intendo certo riferirmi esclusivamente al rogo, come spesso è sottinteso, poiché il rogo era solo l’ultima soluzione cui si perveniva nei processi dell’Inquisizione, ma alle torture e all’imprigionamento in condizioni estreme di privazione e patimento.
Pertanto gli autori e produttori della serie tv potrebbero aver voluto ambiguamentecorreggere una distorsione storico-culturale commettendone unaltra ancora più grave, almeno per noi monferrini casalesi. Potrebbero cioè aver sostituito il ruolo e lidentità di Ubertino da Casale con quella del domenicano Alinardo di Grottaferrata, come fosse stata la stessa persona sotto falsa identità, proprio perché a rischio di cattura, tortura e rogo, cosa peraltro apparentemente verosimile, se non fosse che:
-          lescamotage non è mai neppure minimamente svelato o sospettato nel dipanarsi della trama;
-          lattore che ha interpretato Alinardo è chiaramente ultraottuagenario mentre Ubertino allepoca era di una quindicina di anni più giovane, ed era tuttaltro che un demente delirante e fanatico ossessivo come il personaggio della serie tv interpretato da Herlitzka;
-         Ubertino da Casale allepoca dello svolgimento dei fatti narrati (1327) doveva essere presso la corte dellImperatore Ludovico il Bavaro, lunico in grado di proteggerlo in quel momento.
Inoltre nel romanzo come nel film e nella serie tv, oltre ad errori dal punto di vista storiografico come quello da me segnalato inerente Ubertino da Casale, occorre tener presente anche di alcune alterazioni o esagerazioni che esulano dalla precisione storiografica, forse per esigenze narrative se non ideologiche e morali, come ad esempio descrivere l’Inquisitore domenicano Bernardo Gui (realmente esistito) come una specie di pericolosissimo sadico psicopatico, intransigente e fanatico, mentre storicamente non risulta essere stato tra i più feroci inquisitori, avendo nelle sue sentenze condannato a morte solo il 5% degli imputati, circa il 30% al carcere e il resto mandato assolto oppure condannato a penitenze di vario genere, non cruente. Nel film del 1986 addirittura Bernardo Gui è nel finale ucciso dagli abitanti del villaggio vicino all’abbazia per odio verso la sua persona (avendo condannato al rogo alcuni frati ex dolciniani e una ragazza accusata di stregoneria, cosa alquanto inverosimile per la dinamica affrettata della sentenza e dell’esecuzione), mentre nella realtà è morto alcuni anni dopo nella sua abitazione di Lauroux nell'Hérault, diocesi di Lodève, dove rivestiva l’incarico di vescovo. Nella serie tv, per recarsi all’abbazia gli è addirittura assegnata dal Papa una forte scorta di soldati a cavallo, mercenari francesi con le insegne del Papa, cosa del tutto improbabile, sia perché era già vescovo a Lodève e non mi risulta continuasse a fare l’inquisitore e sia perché una così forte scorta militare non veniva assegnata neppure ai cardinali e delegati papali per missioni ad alto rischio.
 

Festa del Monferrato a Casale - Bimbi del MonferratoCastello Paleologo di Casale Monferrato



E’ pertanto difficile trarre una conclusione accettabile da questi indizi, la sola cosa certa è che come monferrini casalesi siamo certamente stati penalizzati, avendo la serie tv oscurato uno dei personaggi storici medievali di maggior importanza e notorietà della capitale del Monferrato. Il nome di Casale sarebbe dovuto essere citato numerose volte nel corso della serie tv con ampia risonanza mediatica negli spettatori, e invece è stato omesso ingiustificatamente. Inoltre si è trattata anche di un’arbitraria alterazione del romanzo, Umberto Eco da grande erudito qual era, nonostante la secolare rivalità tra Alessandria (sua città natale) e Casale, probabilmente non l’avrebbe gradita e ancor meno approvata.

giovedì 17 gennaio 2019

Finale Ligure, il 20 gennaio un congresso dedicato all'Ordine cavalleresco monastico-militare dei Templari


Domenica 20 gennaio si terra un congresso sui Templari a Finale Ligure in provincia di Savona, l'attuale capoluogo ligure fu il primo e unico porto di cui disponeva la Marca Aleramica, creata nel 950/51 d.C. da re Berengario II e assegnata al capostipite della dinastia Aleramo, era la Marca più piccola e stretta tra le altre due: l'Arduinica e l'Obertenga. Da una porzione della Marca Aleramica prese poi vita parecchi decenni dopo il Marchesato di Monferrato. Rammentiamo che gli Aleramici ebbero una notevole influenza nella storia medievale soprattutto nelle Crociate in Terra Santa e nei rapporti con l'Ordine Templare.

Fonte: Savona News http://www.savonanews.it

Finale, il 20 gennaio un congresso dedicato al misterioso Ordine cavalleresco monastico-militare dei Templari












L'evento si terrà a partire dalle ore 15 nell'Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo

Finale, il 20 gennaio un congresso dedicato al misterioso Ordine cavalleresco monastico-militare dei Templari

Il 20 Gennaio 2018 si terrà a partire dalle ore 15 nell'Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo (Finale Ligure) un importante congresso di storia organizzato dall’A.P.S. Ordine Templare di San Giovanni e dall’ A.P.S. Centro Storico del Finale, con il patrocinio del Comune di Finale Ligure, dedicato al misterioso Ordine cavalleresco monastico-militare dei Templari.
Vi parteciperanno due insigni storici specializzati nell’argomento: Simonetta Cerrini (Curriculum allegato) autrice dei volumi: La rivoluzione dei Templari, La passione dei Templari, L’apocalisse dei Templari (pubblicati in Italia, Francia, Spagna e Repubblica Ceca); Antonio Musarra autore dei volumi: 1284 la battaglia della Meloria, Acri 1291 la caduta degli Stati Crociati, Processo a Colombo, scoperta o sterminio?, Genova e il mare nel Medioevo, Il crepuscolo della Crociata, l’Occidente e la perdita della Terrasanta, La guerra di San Saba, Gli italiani e le Crociate, In patribus ultramaris: i genovesi, la crociata e la Terrasanta, Il franco tiratore: bibliografia degli scritti di Franco Cardini (1957-2011).

La Rivoluzione dei Templari-Conferenza della medievista Simonetta Cerrini

Chi non ha mai sentito parlare dei cavalieri templari, della loro tragica fine, dell'inesauribile leggenda e del loro favoloso tesoro? Dal “Codice Da Vinci” a “Indiana Jones”, i TEMPLARI, i lontani frati guerrieri, continuano a popolare l'immaginario collettivo tra solide verità storiche ed enormi bugie mediatiche. Eppure, l'esuberante bibliografia sui "Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone", nati a Gerusalemme nel 1120, ha pressoché tralasciato la storia della loro nascita. Attraverso gli indizi storici, filologici, codicologici, testuali che si trovano nei manoscritti superstiti della regola del Tempio, Simonetta Cerrini interviene su tutti i temi associabili al Sogno rivoluzionario dei Templari: la straordinaria ispirazione spirituale del fondatore maestro Ugo, la sponsorizzazione dell'Ordine da parte di san Bernardo di Clairvaux, l'irresistibile ascesa dei Frati-Cavalieri, i loro amichevoli legami con il “nemico” islamico, la loro religione “popolare” e profetica. Un viaggio attraverso il tempo e lo spazio: san Giorgio e san Bernardo, Gerusalemme e l’Europa, le crociate e l’Islam, la Moschea Al Aqsa e il Tempio di Parigi, il Graal e la Sindone, i pirati e il Mediterraneo ci riveleranno un Templare inedito e sorprendente.
La Rivoluzione dei Templari ha venduto più di 40.000 copie. Edito a Parigi da Perrin con la prefazione di Alain Demurger (2007, e 2009 per l’edizione tascabile in Tempus), nel 2008 La Rivoluzione dei Templari è stato accolto nella prestigiosa collezione Le Scie di Mondadori ed è stato tradotto anche in spagnolo (Buenos Aires, El Ateneo, 2008), in romeno (Bucarest, Litera International, 2010) e in ceco (ARGO, 2011). Nel 2014 è entrato negli Oscar Mondadori. Adottato come libro di testo in due Università italiane (Venezia e Macerata), è stato presentato a Radio France - France Culture – La Fabrique de l’Histoire e al programma La Storia in giallo di RAI Radio 3. Rassegna stampa: La Repubblica: «La vera storia dei Templari» (Susanna Nirenstein); L’Avvenire: “Finalmente. Una ventata d’aria fresca. Una liberazione” (Franco Cardini); Il Secolo XIX: “I Templari: una lezione di tolleranza. Un libro di straordinario interesse. Un’immagine dei Templari completamente nuova” (Giuliano Galletta); Il Giornale: “Cerrini è esperta come pochi al mondo dei testi originari dei Templari” (Marco Meschini); Il Manifesto: “Un’opera che è in grado di offrire nuovi punti di vista” (Marina Montesano); La Stampa: “Un libro che ha scardinato parecchi luoghi comuni” (Laura Anello).
 
La Passione dei Templari-Conferenza di Simonetta Cerrini

Sorto nel 1120 a custodia della Gerusalemme conquistata dai crociati, l'ordine dei cavalieri del Tempio rivoluzionò il modo di vivere la spiritualità cristiana, unendo in una sola persona il chierico e il laico, l'orator e il bellator. Incapaci però di adattarsi agli importanti cambiamenti sociali e politici della fine del Medioevo, i templari andarono incontro, all'inizio del Trecento, a una inattesa quanto drammatica fine. Cosa spinse il re Filippo il Bello ad annientare fisicamente e spiritualmente l'intera comunità templare di Francia? Perché papa Clemente V non riuscì a fermare l'ingranaggio che portò centinaia di templari alla morte, in prigione, sotto tortura o sul rogo? È questa la vicenda ancora misteriosa che Simonetta Cerrini racconta, seguendo il testo della bolla papale di soppressione dell'ordine, la "Vox in excelso" del 1312, come una vera e propria "passione", una Via Crucis in ventitré stazioni destinata a chiudersi non sul Golgota ma all'estremità dell'Île de la Cité, a Parigi, con il rogo celeberrimo di Jacques de Molay, ventitreesimo e ultimo gran maestro del Tempio.
La Passione dei Templari, pubblicato da Mondadori nel 2016 (con la prefazione di Franco Cardini) è appena stato tradotto in francese con il titolo Le dernier jugement des Templiers, (Flammarion, 2018) e presentato al prestigioso Salon Histoire de Lire di Versailles. Il giornalista Paul-François Paoli ne Le Figaro Littéraire del 6 dicembre 2018, ne parla così: “Les Templiers? Le sujet a tant nourri les amateurs de sensationnel que l’on est un peu méfiant de prime abord. Mais voilà que ce livre, dès les premières pages, s’impose pour son originalité et son sérieux”. Hanno detto del libro:  “I can see you have a very fresh and original approach with many new insights, which will be invaluable” (Malcolm Barber);  “Il libro mi pare molto bello: hai veramente una grandissima capacità di far parlare queste fonti” (Alessandro Barbero); “Simonetta Cerrini, allieva del grande Giuseppe Billanovich, è tra i pochi studiosi italiani che si siano imposti all’attenzione della critica specialistica internazionale più esigente: e si può davvero dire che all’ordine del Tempio abbia dedicato per intero, e generosamente, tutte le sue energie intellettuali. Caratteristica specifica e precipua della Cerrini è quella di accoppiare costantemente un’attenta e puntuale indagine condotta sulle fonti – sempre confortata dall’aggiornato esame degli studi moderni – a una raffinata cura stilistica dell’esposizione: è sua evidente convinzione che un’opera storica debba essere anche un’opera letteraria e che efficacia e piacevolezza del racconto non intacchino per nulla – al contrario! – il rigore scientifico del contenuto” (dalla Prefazione di Franco Cardini).

SIMONETTA CERRINI (Chiavari, 1964)

Laureata “cum laude” all’Università Cattolica di Milano, con una tesi sulla Biblioteca Visconteo-Sforzesca di Pavia, Simonetta Cerrini ha ricevuto nel 1998 le “félicitations du jury” all’unanimità per la sua Tesi di dottorato all’Università di Paris IV - Sorbonne sulla spiritualità dell’Ordine del Tempio. Ha scritto una vera e propria Trilogia sui Templari: La Rivoluzione dei Templari (Perrin, Mondadori, El Ateneo, Argo, Litera) L’Apocalisse dei Templari (Mondadori) e La Passione dei Templari (Mondadori, Flammarion).
Inoltre ha pubblicato gli Atti di un Convegno Internazionale (I Templari, la guerra e la santità) e numerosi articoli in Francia, in Italia, in Portogallo, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti che fanno autorità. Attualmente non c’è libro serio sui Templari che non inserisca i suoi lavori in bibliografia. La sua edizione critica della regola del Tempio, in latino e in francese antico “d’Oltremare” sarà pubblicata nel Corpus Christianorum Continuatio Mediaevalis. Ha insegnato in varie università francesi (Nice, Cérgy-Pontoise, Boulogne-sur-Mer) e alla Scuola Post-Dottorale della Pontificia Università Antonianum di Roma. La sua intensa attività di conferenziera l’ha portata in Francia (Paris, Maison d’Italie; Lyon; Nice; Festival des Templiers de Biot…), Italia (Festival ÉStoria de Gorizia, Festival di Taormina Arte, La Storia in Piazza – Genova Palazzo Ducale, Festival della Parola di Chiavari…), Belgio (Université de Louvain-La Neuve), Portogallo (Palmela), Spagna (Monzón). In ultimo: Versailles, Salon Histoire de Lire, 24 novembre 2018 http://histoiredelire.eu/portfolio-items/cerrini-simonetta/.
Ha collaborato con la RAI (“Voyager”, “Bell’Italia”, “Gulp Mistery”) e con History Channel – Sky per la serie tv “Knightfall” (History Channel- Sky). Fa parte della Society for the Study of the Crusades and the Latin East ed è stata consigliera scientifica del dramma storico I Templari, ultimo atto, del drammaturgo Gian Piero Alloisio, interpretato magistralmente da Paolo Graziosi e mandato in onda da RAI 2 (Palcoscenico). Per l’ATID diretta dallo stesso Alloisio produce spettacoli e grandi eventi teatrali e musicali, tra cui un Convegno storico artistico sui Templari al Festival Arte di Taormina (1997) che è stato patrocinato dalla Commissione Cultura dell’UNESCO Italia. Lo storico inglese Jonathan Riley-Smith ha scritto di lei: «Dr Simonetta Cerrini, who is the world’s leading expert on the Rule of the Knights Templar, is also the most original and thought-provoking writer on the Templars’ ideals and inner life».    

ANTONIO MUSARRA (Genova)

- Abilitato alle funzioni di professore di II fascia (11/A1 - Storia medievale);  
- Assegnista di ricerca, Dipartimento di eccellenza di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, Università degli Studi di Firenze; 
- Docente a contratto di Paleografia latina, Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione, Università degli Studi di Sassari; 
- Associato del Laboratorio di Storia marittima e navale, Università degli Studi di Genova; 
- Ahmanson Fellow 2016-2017, Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, Florence.